Difficile scrivere a freddo su di un tema come questo, vista la ampia varietà d’imprese e di business che esistono nel mondo. Potremmo, però, farci aiutare dagli esempi di alcuni tra i più grandi di loro.
Un paio di anni fa la rivista americana Fortune aveva stilato una lista dei 12 più grandi imprenditori dei nostri tempi, con alcune delle loro caratteristiche salienti e gli stralci più accattivanti delle loro incredibili storie. I criteri usati per la classifica non erano basati solo sui loro risultati economici, ma anche sull’impatto sociale che i loro prodotti/servizi avevano avuto sulla società.
I primi sei nomi sono abbastanza famosi, e tutti possono facilmente riconoscerli: Steve Job con la sua Apple, Bill Gates con il sistema operativo Windows che ha rivoluzionato i personal computer, Fred Smith di FedEx, Jeff Bezos fondatore di Amazon, i due creatori di Google Larry Page e Sergej Brinn, Howard Schultz che ha lanciato Starbucks e infine Mark Zuckerberg con il suo Facebook. Meno famosi i successivi, ma vi si possono trovare ancora alti calibri come il padre di Walmart, Sam Walton.
Quali sono i punti che accomunano queste grandi personalità del nostro tempo? Steve Jobs, che funge da sprone e ispirazione per milioni di persone nel mondo (storico il suo discorso ai neolaureati della Stanford University nel 2005), è stato considerato un visionario, totalmente contrario alle ricerche di mercato che a suo parere avrebbero limitato la sua creatività; Fred Smith ha creato la FedEx, una delle più grandi società di trasporto specializzata nelle spedizioni express, ispirato dalla sua esperienza nel corpo dei Marines durante la guerra in Vietnam, dove si era occupato dei servizi logistici.
Ancora più incredibile, invece, è la vicenda di Jeff Bezof, che abbandonò la vicepresidenza di uno dei più grandi Hedge Found di New York per realizzare un’idea che lo aveva folgorato durante una corsa in taxi. La sua Amazon, colosso di libri, ebook e kindle, partì inoltre più come un servizio da dare ai clienti, piuttosto che con la logica di creare profitti (ci mise 6 anni a realizzare veri utili).
Quindi come pensa un grande imprenditore? Di sicuro in maniera non convenzionale. Se lo facesse si perderebbe dietro a quelle miriadi di piccole cose, ostacoli, paure, inconvenienti, critiche che scoraggiano tutti quelli che non sono capaci di diventarlo sul serio.
Moltissimi possono fare gli imprenditori e riscuotere un discreto successo. Vivono bene, creano una bella realtà, affrontano il mercato a testa alta, ma rimangono all’interno di una galassia che pullula di tantissimi altri imprenditori con caratteristiche simili.
Chi si distingue sul serio, chi brilla da solo nel firmamento, è colui che è capace di sognare un qualcosa di talmente grande e incredibile che spesso, nei primi tempi, quasi tutti lo considereranno un vero e proprio pazzo.
Sarà proprio questa sua capacità quasi “profetica” a spingerlo così avanti rispetto agli altri. La fantasia, la creatività, la sicurezza nelle proprie capacità e una massiccia dose di coraggio sono gli elementi di base del grande imprenditore, colui che lascia il suo segno nello scorrere della storia.
Come diceva Kit Carson nel fumetto western di Tex Willer, “di uomini così ce ne stanno pochi in quanto il creatore, dopo averli fatti, getta via lo stampo”.