Dopo il clamore suscitato dall’ elezione di Trump, molte persone si sono chieste come un uomo politicamente poco esperto come lui sia riuscito ad avere successo, influenzando con le sue idee migliaia di persone e facendosi eleggere Presidente degli Stati Uniti.
Apparentemente partiva svantaggiato, eppure ha vinto. Specifico da subito che non è mia intenzione discutere se sia un bene o un male che Trump sia diventato Presidente degli Stati Uniti, questi aspetti li lascio a chi si occupa di politica internazionale.
Io invece, occupandomi da numerosi anni di business, leadership e crescita delle persone, non ho potuto fare a meno di riflettere su questo episodio e osservarlo da un punto di vista differente rispetto a quello politico.
La domanda che mi sono posto io è stata: Come ha fatto Trump ad accendere l’entusiasmo degli elettori USA? Quali idee hanno determinato il suo successo? Cosa in particolare è piaciuto del modo di essere e di comunicare di Trump? Quali competenze tecniche ha messo in campo per riuscire ad ottenere l’appoggio degli americani? Quali corsi per sviluppare le proprie capacità di leadership ha frequentato? Ma prima di tutto, Leader si nasce o si diventa?
La risposta che mi sono dato è che qualche volta leader si nasce, ma il più delle volte lo si diventa.
Alcuni dei migliori leader a livello mondiale, infatti, probabilmente nascono con una certa predisposizione e capacità naturale nel guidare e motivare le persone. E’ anche vero che vi sono numerosissime altre persone che nel tempo, attraverso la formazione e le esperienze di vita, sono riuscite ad acquisire un’ottima capacità di leadership.
Ma cos’è la leadership? Quali caratteristiche umane una persona dovrebbe possedere o coltivare per essere ritenuto un buon leader?
Ho sempre pensato che la caratteristica fondamentale di un buon leader sia la capacità di individuare e coltivare i talenti tra le persone che gli stanno vicino. I leader hanno successo non solo per ciò che fanno loro, ma, soprattutto, per ciò che fanno le persone che sostengono la loro vision e sposano i loro valori e obiettivi. Il successo di un leader viene misurato dal successo di chi gli sta vicino.
Al contrario, un individuo non si può considerare un buon leader se non riesce a riconoscere il valore delle proprie persone e se non si rende conto che i risultati e il successo dei collaboratori è la principale fonte anche del proprio successo.
Penso che un imprenditore e un manager, partendo dalla consapevolezza che le persone sono la più grande risorsa a sua disposizione , dovrebbe porsi costantemente le seguenti domande: Cosa sto facendo per migliorare il valore più grande che ho nella mia organizzazione (le persone)? Quanto tempo sto investendo nella formazione dei collaboratori? Sto permettendo loro di esprimere al massimo il proprio potenziale?
Ponendosi costantemente queste domande otteniamo due risultati:
– Migliori performance: se le persone che lavorano con noi sono più brave e sfruttano al massimo il loro potenziale, allora l’azienda andrà sempre meglio
– Maggiore motivazione: una persona che sente di non potersi esprimere al massimo delle proprie possibilità, finirà con perdere la propria motivazione, se invece una persona è soddisfatta di ciò che fa, allora si accenderà e punterà ad ottenere sempre migliori risultati
In qualità di leader della tua azienda, se non riconosci le doti di qualcuno e non gli dai gli strumenti per costruire una carriera di successo, non potrai realizzare il vero potenziale di quella persona.
Quindi leader si nasce o si diventa? Entrambe le cose, c’è chi nasce leader e c’è chi lo diventa attraverso le esperienze. La condizione imprescindibile però è sempre la stessa: nutrire la ferma convinzione che il leader sia colui che porta le persone che lo circondano ad avere successo e a ottenere ciò che desiderano.
Perché Trump ha vinto?
Forse perché lui, più di Hillary Clinton, ha cercato di capire cosa desideravano le persone e poi ha mostrato loro una via per ottenerlo. Forse perché lui, come personaggio, era più vicino al modo di sentire e di parlare della maggioranza degli americani. Mentre Hillary Clinton era supportata da VIP, celebrità ed elite sociali, Trump si ricordava anche di quelli che spesso non vengono ascoltati. Forse, infine, perché aveva vicino a se uno staff che ha sposato davvero la sua vision.
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